La persistència de la memòria,. Salvador Dalì (1931).
A 5 anni l’asilo e la socialità sfrenata; a 8 anni la prima comunione, a 10 la pagella con voti alti e la promozione per la scuola media (scuola-secondaria-di-primo-grado); a 12 anni la pubertà, lo sviluppo del corpo e del desiderio sessuale; a 13 “ti sei fatto la fidanzata?” “e il fidanzatino dove sta?”: sono ammesse attrazioni e interessi socialmente accettabili che se no è un casino. A 14 anni la scelta di cosa farai per il resto della tua vita, di cosa studierai e di cosa camperai. Se vuoi fare l’università meglio che tu scelga un liceo, se vuoi lavorare quanto prima meglio un istituto professionale, un tecnico commerciale o un alberghiero, ma in ogni caso DECIDITI e fallo adesso! A 17 anni sei troppo alto o troppo basso, poco aperto e molto chiuso, se ascolti musica trap non va bene, musica classica neanche, se ascolti il metal non ne parliamo proprio, sei FIGLIO DI SATANA! Se ti droghi sei un delinquente, se ti piacciono le poesie sei omosessuale, ma se vai a caccia di ragazze o seduci maschi di ogni età, se vai in discoteca e ti sballi, se ti vesti bene il sabato sera, tutto ok “so ragazzi”! A 19 anni ti ritrovi a dover scegliere che fare della tua vita. Vuoi studiare oppure no? Vuoi lavorare oppure no? Vuoi trasferirti? Vuoi vivere sulle spalle dei tuoi? Vuoi fare il barbone? A 22 anni meglio che tu stia concludendo qualcosa, che sia laurea triennale o occupazione rispettabile altrimenti cominci a essere un disadattato. A 25 anni, non ci sono più scuse: è necessario tu sappia in che modo “ti sistemerai”; sei tenuto a conoscere la persona che amerai finché morte non vi separi; sei tenuto ad aver chiaro in testa quale sarà il tuo lavoro e in che modo ti costruirai la pensione in base al tuo reddito annuo; spero tu abbia già un’auto di proprietà perché in caso contrario “che vergogna”. A 30 anni è tempo di matrimonio: bomboniere, sala ricevimenti, viaggio di nozze e invitati mai visti prima. Ti toccherà a questo punto, aprire un mutuo e sapere esattamente dove vivrai, quanti vani, uno o due cessi, con o senza garage? Quanti figli avrai? maschi? femmine? Cane o gatto?
Nient’altro che una continua corsa contro il tempo. Un tempo stabilito, scandito da lancette che spesso non ci appartengono. Il tempo di diventare qualcosa ancor prima di esserlo. La verità è che non può esserci un tempo uguale per tutti. Ognuno ha il proprio speciale ritmo interno che se ascoltato consente di sintonizzarsi profondamente con ciò che si desidera e si vuole nella vita. Ogni aspirazione ha valore e essenza a partire da oggi; domani sarà già diventata un’illusione, una costruzione forzata. Programmare l’esistenza serve a ben poco. La vita ci riserva esperienze che possono compromettere i nostri piani e mandarci in palla. Se impariamo a sentire nel qui ed ora chi siamo, allora ogni esperienza non potrà che nutrirci, sfamando le nostre più intime sensazioni.
“Questo è quello che ti dicono Andrea. Ti dicono che cresci, ottieni un lavoro, ti innamori, ti sposi, compri una casa, hai dei bambini, fai tutte quelle cose, diventi adulto. In pratica, vuoi essere parte del club? Ecco cosa devi fare. Tutto qui. Il percorso è quello. Ora sappi che questa cosa non tiene conto di un sacco di roba. Tipo lo sai che puoi innamorarti di più di una persona nella tua vita? Oppure potresti non innamorarti di nessuno. Potresti semplicemente non amare nessuno e andrebbe comunque bene, anche se la vita è triste e potrebbe essere più facile se ti innamorassi. Ma non puoi essere qualcosa che non sei. Non puoi e basta. E lo sapevi che quasi tutti i lavori sono un inferno? E che nessuna delle regole funziona bene se vuoi fare l’artista? In più le cose che ti ho appena detto sono completamente fallibili, cioè la tua cazzo di vita potrebbe collassare davanti a te in ogni istante. In pratica i tuoi figli, il tuo lavoro, la tua relazione, tutto questo potrebbe esplodere, boom, e cosa farai poi quando un pezzo del tuo puzzle personale scompare? Come fai a tenerlo insieme? Per non parlare dei desideri segreti che ti entusiasmano più di qualsiasi altra cosa. Per non parlare del piacere. Nessuno parla mai del piacere. Perché mai dovremmo sentirci in colpa perché vogliamo stare bene? Peggio ancora: e se non sai cosa ti piace? E se niente ti resta dentro? Passi metà della tua vita a chiederti cosa dovresti fare dopo. Cosa succede dopo?”
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