Nella mia vasta cultura di programmi spazzatura e di intrattenimento, mi cimento spesso in alcuni che rappresentano degli esperimenti sociali interessanti. Tra questi ho notato di recente, forse con ritardo rispetto alla loro uscita, trasmissioni nelle quali le persone scelgono di vivere la vita di qualcun altro. Mi riferisco, in particolare, a “cambio moglie“, “cambio ristorante” e “quasi quasi cambio i miei“. Già i titoli di per sé creano curiosità e attrazione nella loro visione, ma quando poi li si guarda con attenzione seduti sul divano, nascono numerose riflessioni e considerazioni.
In “cambio moglie“, donne che vivono in luoghi diversi, sposate e non, con figli e non, scelgono di essere per 5 giorni le compagne di un altro uomo. Questo significa che si trasferiscono in un’altra abitazione, con usanze, regole e modi di vivere magari diametralmente opposti ai propri. Il tutto nasce dalla voglia di sperimentare una relazione di coppia differente, mettendo a dura prova la propria capacità di adattamento e aprendosi a mentalità nuove e non sempre piacevoli. Immaginate come possa sentirsi una donna abituata a dedicare se stessa alla cura della casa, alla crescita di quattro figli e alle coccole per il marito, che si ritrova in un appartamento dove non ci sono pargoli da accudire e dove l’uomo collabora nelle vicende domestiche. Pensate ora a chi le ha lasciato il posto, che per una settimana dovrà lavorare per la famiglia, faticando a trovare tempo per se stessa, ma percependo, malgrado tutto, un calore e un amore che non sente a casa propria. Ad ogni modo, si parte dal desiderio di essere in una vita diversa e più gratificante e si finisce per fare i conti con le difficoltà presenti nella vita di tutti.
Altro programma è “cambio ristorante” nel quale, per l’appunto, due ristoratori si scambiano i propri ristoranti. In questo caso siamo nell’ambito professionale. Sembra una vera e propria sfida con se stessi: “quanto sarò bravo a gestire un grande ristorante gourmet? Quanto riuscirò a sopportare l’atmosfera spartana di una trattoria? Quanto riuscirò ad adattarmi ad un personale così estraneo a me? Quanto mi mancherà la famiglia nella gestione del ristorante?”. I ristoratori attraverso questa esperienza possono apprendere nuovi metodi di gestione, un nuovo modo di accogliere la clientela e, senza dubbio, nuove capacità gastronomiche; hanno, inoltre, la possibilità di toccare con mano le proprie risorse e i propri limiti, favorendo la consapevolezza su come piace o meno lavorare. Lo scambio favorisce l’apertura a nuove prospettive attraverso l’esperienza delle stesse, e questo è decisamente gestaltico. 🙂
Infine abbiamo il “quasi quasi cambio i miei“. Questa volta i protagonisti dello scambio sono gli adolescenti che, stanchi e arrabbiati con i propri genitori, vogliono provare l’ebrezza di averne di diversi. Sarà un’affarone o un buco nell’acqua? Sappiamo per certo che l’adolescenza è una fase tanto preziosa quanto difficile nella crescita di una persona: i ragazzi vivono da un lato la spinta verso l’età adulta, per esempio iniziando a fumare, opponendosi a regole e orari, facendo il contrario di tutto ciò che viene imposto loro; dall’altra sentono ancora il desiderio di tornare bambini, quando la vita era più semplice e gli abbracci di mamma e papà risolvevano ogni cosa. In “quasi quasi cambio i miei“, i ragazzi sperimentano genitori molto diversi dai propri, magari troppo rigidi o permissivi, in famiglie con orari, impegni e abitudini nuove. Anche in questo caso emergono le personalità, le pretese, i vizi, le necessità e i bisogni dei teenagers, che spesso accusano i propri genitori di non essere ascoltati, capiti e compresi profondamente. Nel corso dell’esperienza in una famiglia diversa, i genitori di ciascuno hanno anche la possibilità di ascoltare le confessioni dei propri figli: parole e confidenze di cui non hanno mai sentito parlare in precedenza. Tutto questo favorisce indirettamente una crescita dell’intero nucleo familiare, coinvolgendo a pieno anche fratelli e genitori che per la prima volta sono obbligati ad ascoltare chi esprime maggiormente un disagio. In questo modo, i ragazzi capiscono quanto sia bella e complicata la propria famiglia e i genitori possono finalmente andare incontro ai loro figli, modificando gli stili di vita.
Facciamo sempre molta fatica ad accettare e apprezzare la vita che abbiamo. Vogliamo vivere la vita di altri perdendo di vista ciò che invece ci arricchisce ogni giorno, strappandoci di tanto in tanto una lacrima o un sorriso. Desiderare di essere nei panni di un’altra persona non fa che allontanarci da noi stessi e dalla gratitudine che possiamo invece sentire. Se ci sono cambiamenti che vogliamo portare nella nostra vita, evoluzioni, novità o stimoli, impegniamoci per ottenerli, piuttosto che rosicare di invidia in chi crediamo viva meglio di noi.
” Credo sinceramente di avere intercettato molti pensieri che i cieli destinavano a un altro uomo”.
Comments are closed.