energie invisibili
Negli ultimi tempi il nostro lessico quotidiano si è arricchito di termini quali meditazione, Yoga, Chakra e Karma, che derivano dalla cultura orientale. Spesso, però, vengono utilizzati più per sentito dire che per il significato di cui si fanno portatori. In questo breve articolo, parlerò di Chakra non perché io ne sia esperta ma per il semplice fatto che, essendo un mio interesse, voglio condividerlo, cercando di diffondere una cultura dell’esistere che proprio male non ci fa :).
Cosa sono i Chakra?
Doctor Strange© (2016). Diretto da Scott Derrickson. Scritto da Jon Spaihts, Scott Derrickson, C. Robert Cargill, Stan Lee e Steve Ditko. Prodotto da Marvelo Studios e Walt Disney Picture. Distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures.
La parola Chakra deriva dal sanscrito e vuol dire “cerchio” o “disco solare.” In particolare, si fa riferimento a centri energetici che si sviluppano dal basso verso l’alto, nei quali l’energia universale detta Prana, fluisce sia in un senso che nell’altro. Il loro compito sta nell’assorbire il Prana, metabolizzarlo e canalizzarlo in favore dell’essere umano in senso fisico, emotivo e psicologico. Essi sono 7 e si differenziano per colore, localizzazione, funzione e possibilità di sviluppo.
Vediamoli uno per volta.
Il primo Chakra prende il nome di Muladhara, che significa “supporto della base“, ed è posizionato nel perineo, alla base della colonna vertebrale. Esso rappresenta il nostro contatto con la terra, con le radici, ed è fondamentale perché controlla la funzionalità della prostata, del sistema linfatico e di quello osseo; è indice di stabilità ed esprime il proprio squilibrio attraverso la timidezza, i sensi di colpa, la sfiducia e una forte paura ad affrontare le difficoltà della vita. Muladhara è importante anche per il senso di sicurezza e l’istinto di sopravvivenza. Uno dei modi per portarlo in equilibrio è praticando la meditazione camminata e lavorando psicologicamente sulle proprie insicurezze. Il suo colore è rosso e nero.
Il secondo Chakra si chiama Svadhisthana che vuol dire “la propria dimora.” Esso si colora di arancio e si trova due dita sotto l’ombelico. In virtù della propria posizione, esso controlla la funzionalità degli organi sessuali e dell’intero sistema riproduttivo. Svadhisthana è importante per l’espressione della creatività e del proprio modo di essere e quando è bloccato, favorisce il senso di colpa, difficoltà legate al piacere, disprezzo per la sessualità. L’elemento di questo Chakra è l’acqua ed è per questo che il contatto con essa favorisce il suo ripristino energetico.
Il terzo Chakra è Manipura, il cui significato è “città del gioiello splendente“. Esso è di colore giallo ed è nominato anche come plesso solare, racchiudendo in tale definizione la forza energetica che esprime. Manipura controlla il benessere della pelle, del fegato, dello stomaco e dell’intestino crasso ed è collocato nell’area addominale subito sotto il diaframma. Esso è fondamentale perché rispecchia la nostra forza di volontà, la fiducia in noi stessi ed il potere personale. Quando Manipura è bloccato, si possono avere conseguenze sulla funzionalità dell’apparato digestivo, fatica cronica e possibile dipendenza da stimolanti; in senso psico-emotivo, si percepisce vergogna, senso di inferiorità e costante insoddisfazione personale. L’elemento di questo Chakra è il fuoco e lo Yoga prevede una serie di esercizi che ne favoriscono il ripristino energetico.
Il quarto Chakra è Anahata che vuol dire “non colpito“. Esso è chiamato anche Chakra del cuore, si trova al centro del petto e controlla la gabbia toracica e tutto ciò che si trova in quest’area del nostro corpo. Anahata si colora di verde ed è legato all’empatia, l’amore, le relazioni e la generosità. In questo caso, il blocco nasce da delusioni passate che suscitano ancora oggi dolore per la persona. L’elemento di Anahata è l’aria, ed è per questo che per riequilibrarlo si lavora anche attraverso esercizi di respirazione che favoriscano apertura e spazio. Personalmente amo lavorare su questo Chakra perché il senso di pienezza che ne deriva e lo sviluppo della compassione e dell’amore per l’altro, nutrono e soddisfano il mio essere.
Il quinto Chakra è Vishuddha che significa “puro“, ovvero il Chakra della gola. Esso si colloca alla base della gola e controlla la funzione di collo, gola, mani e braccia. Vishuddha è essenziale per l’ascolto, la comunicazione e la possibilità di essere autentici anche in ciò che si dice; è bloccato dalle menzogne e il suo elemento è l’etere. Questo Chakra si colora di azzurro e quando funziona male si possono avere problemi legati alla voce, alle corde vocali, alla tiroide e alla capacità di parlare spontaneamente agli altri. Il modo per riportare equilibrio in Vishuddha, consiste in esercizi di rotazione del collo, in grida liberatorie e nel canto.
Il sesto Chakra è Ajna, chiamato anche Chakra del terzo occhio e si trova al centro della fronte; controlla le tempie, il plesso carotideo e la fronte. Si colora di indaco, blu o viola ed il suo significato sanscrito è “percepire“. Esso è importante per l’immaginazione creativa, la lucidità mentale e l’intuizione. Quando Ajna è bloccato, possono manifestarsi allucinazioni, problemi alla vista, emicranie e stati confusionali. Una delle vie per riportarlo in equilibrio è la pratica della meditazione guidata, magari accompagnata da visualizzazioni; un altro modo è massaggiando le tempie, le palpebre e la fronte con i polpastrelli. L’elemento di Ajna è la luce.
Il settimo Chakra è Sahasrara, il cui significato è “loto dai mille petali“. È il Chakra della corona perché si trova sopra la testa. Per tale motivo esso governa la saggezza, il mondo spirituale e la trascendenza della persona. Sahasrara si colora di viola e in virtù della sua posizione, favorisce la funzionalità cerebrale ed è bloccato dagli attaccamenti terreni. I problemi legati a questo Chakra, si manifestano attraverso un atteggiamento prepotente, impositivo, manipolativo e materiale. In questo caso, per riportare l’energia nel giusto equilibrio, è necessario lavorare sulla consapevolezza e sulla propria spiritualità. L’elemento di Sahasrara è il metallo.
Siamo energia in movimento, siamo spirito e corpo, siamo acqua e aria che fluiscono. Impariamo a prenderci cura della nostra natura più essenziale, aprendo la mente alla possibilità di non essere solo ciò che c’è di visibile.
“Se si vuole trovare i segreti dell’universo, bisogna pensare in termini di energia, frequenza e vibrazioni.”
Nikola Tesla
Sitografia: meditazionezen.it
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