In un’epoca che va avanti da troppo tempo, dove gli opposti si scontrano anziché integrarsi, ci si perde dietro inutili differenziazioni. Dimentichiamo che l’universo stesso è l’espressione degli opposti e noi che ne facciamo parte, non possiamo che esser fatti della stessa pasta.
Se c’è luce c’è ombra, quando il sole riscalda la luna calma, senza tramonto non c’è alba. E questo vale anche per il mondo maschile e quello femminile. Secondo gli stereotipi che amiamo sposare, l’uomo è colui che sa guidare, sa orientarsi, sa essere razionale e logico e abile in attività tecniche e pratiche; la donna, invece, sa come pulire il culo di un neonato, conosce l’emotività e la esprime più spontaneamente, sa come stirare le camicie e preparare la frittata. Andando oltre le banalità più tristi di sempre, proviamo a fare una cosa che è fuori moda, ovvero affidarci alla scienza. Vediamo in che modo il cervello maschile e quello femminile son diversi tra loro, in un’ottica che ci permetta di coglierne potenzialità e unicità.
Attraverso tecniche di neuroimaging (tomografia assiale computerizzata, risonanza magnetica funzionale, ecc.), una prima diversità riscontrata nei due tipi di cervello, è quella relativa alla sostanza bianca, la quale si compone di assoni mielinici, funzionali alla comunicazione tra neuroni (Gur et al., 1999); il cervello maschile avrebbe una maggiore percentuale di tale sostanza. Diversamente, nel cervello femminile, è stata rilevata una maggior concentrazione di materia grigia (Goldstein, 2001), che contiene un elevata concentrazione di corpi di neuroni.
Negli ultimi 40 anni, sono stati svolti numerosi studi che hanno evidenziato differenze anche in specifiche aree cerebrali. Partiamo dal peso: il cervello maschile pesa in media 1350 grammi mentre quello femminile ne pesa 1200; se si considera il diverso peso corporeo, tale varianza tende a normalizzarsi. Negli uomini è stato visto che l’amigdala (centro delle emozioni) e l’ipotalamo (struttura che controlla e integra le funzioni del sistema nervoso autonomo e l’attività endocrina), mostrano in proporzione un volume maggiore. Contrariamente, il cervello della donna presenta un più alto volume della corteccia prefrontale (regione implicata nella pianificazione, nella moderazione della condotta sociale e nella presa di decisioni), dell’ippocampo (area deputata al controllo delle emozioni e alla memoria) e delle aree che controllano il linguaggio.
Uno studio pubblicato nel 2014, nella prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto su 949 giovani di 8-22 anni, ha dimostrato ulteriori differenze di genere. Studiando le connessioni cerebrali attraverso la tecnica del Diffusion Tensor Imaging (DTI), il gruppo ha dimostrato che il cervello maschile presenta prevalenti connessioni di tipo intra-emisferico, in opposizione alle connessioni inter-emisferiche di quello femminile.
Cosa significa? Questi risultati suggeriscono che nel cervello maschile è favorita la relazione tra percezione e azione coordinata, mentre in quello femminile è facilitata la relazione tra l’elaborazione delle informazioni a livello analitico (emisfero sinistro), e l’analisi intuitiva (emisfero destro).
Allora siamo davvero così diversi?
Uno studio molto interessante del 2015, svolto dall’Università di Tel-Aviv, dal Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences a Lipsia e del Dipartimento di Psicologia a Zurigo, servendosi di 1400 cervelli umani, ha scoperto una sovrapposizione tra i due e questo vuol dire che molto raramente esistono cervelli tipicamente maschili o femminili. Piuttosto i ricercatori parlano di mosaico di caratteristiche uniche, stando ad evidenziare come, a prescindere dagli aspetti più femminili o maschili presenti in ciascuno di noi, ci sia un incontro dei due mondi, anche a livello cerebrale.
Ancora una volta, prima la natura e dopo la scienza, ci permettono di cogliere la stupidità racchiusa in stereotipi, idee nate per sentito dire, futili luoghi comuni che, senza troppi approfondimenti, mettono in risalto la nostra capacità di sfruttare solo l’1% dell’attività cerebrale. Le differenze ci rendono simili e integrarle non può che renderci evoluti e completi.
“Non si può vedere la luce senza l’ombra, non si può percepire il silenzio senza il rumore, non si può raggiungere la saggezza senza la follia.”
C. G. Jung
Bibliografia.
Matteoli M. “Il nostro cervello ha un sesso?”.
Goldstein JM, et al. (2001) Normal sexual dimorphism of the adult human brain assessed by in vivo magnetic resonance imaging. Cereb Cortex 11(6):490–497.
Gur RC, et al. (1999) Sex differences in brain gray and white matter in healthy young adults: Correlations with cognitive performance. J Neurosci 19(10):4065–4072.
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